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Verso l’azzeramento delle emissioni: ecco come un’innovativa partnership pubblico-privato mira a sviluppare tecnologie commercialmente sostenibili per i data center

Una partnership tra Vertiv e il RISE (Research Institutes of Sweden) darà vita a una piattaforma di innovazione per le tecnologie sostenibili, come quelle per le celle a combustibile pulite, per il recupero del calore emesso dai data center e per i sistemi di "auto-riparazione".

Molte delle grandi innovazioni tecnologiche del secolo scorso, tra cui Internet, sono nate dalla collaborazione tra il settore pubblico e quello privato.

Questa cooperazione e questa innovazione saranno fondamentali per risolvere la più grande sfida che il nostro pianeta deve affrontare: il cambiamento climatico.

La tecnologia può offrire nuovi modi per mitigare il cambiamento climatico e aiutare il settore a diventare più sostenibile. Il settore tecnologico, in crescita, rischia però anche di aggravare il cambiamento climatico se non intraprende azioni decisive per ridurre le emissioni di carbonio e passare rapidamente a tecnologie e pratiche operative più sostenibili dal punto di vista ambientale.

I governi sono sempre più consapevoli dell’impronta di carbonio del settore. I data center e le reti di trasmissione dei dati consumano circa l’1% dell’energia elettrica globale, secondo le stime del 2021 dell’’Agenzia internazionale per l’’energia, anche se alcuni esperti ritengono che questo numero potrebbe essere ancora più alto.

In che modo i data center possono fornire più potenza di calcolo riducendo al contempo l’impronta di carbonio?

Trovare le risposte a questa e ad altre domande è uno degli obiettivi per i quali Vertiv ha recentemente avviato una partnership con un’organizzazione di ricerca di fama internazionale che collabora con il settore industriale, il mondo accademico e la pubblica amministrazione in merito a temi tecnologici.

A gennaio Vertiv ha annunciato la sua partnership con il RISE (Research Institutes of Sweden), un ente di proprietà dello stato svedese e sostenuto da fondi dell’Unione europea. Collaborando con università, settore industriale e pubblica amministrazione, il RISE svolge attività di ricerca e innovazione in ambito industriale con l’obiettivo generale di favorire una crescita sostenibile, potenziando la competitività e il rinnovamento del settore.

Vertiv ha aderito al programma di partnership per i sistemi dei data center diventando uno dei partner fondatori insieme a Facebook, ora Meta, Ericsson e altri.

Nell'ambito della partnership con RISE, Vertiv supporterà “Infrastructure and Cloud research and test Environment” (ICE),− la piattaforma di test per le nuove tecnologie dei data center, tra cui l'apprendimento automatico con crittografia omomorfa, l'infrastruttura digitale autonoma, i sistemi "self-healing" e i sistemi di gestione termica che supportano il riutilizzo del calore e l'economia circolare.

La partnership con il RISE,− insieme ai potenziali vantaggi, alle sfide da affrontare e alla sua importanza generale per il settore e le aziende, è stata oggetto di un recente webinar con la partecipazione di Tor Björn Minde, Director e Head of ICE Datacenter Unit al RISE Research Institute of Sweden, e Piotr Kowalski, EMEA Solutions Architecture Director di Vertiv.

Nel webinar, −diffuso da Data Centre Dynamics e disponibile su richiesta, Tor ha affermato che è necessaria una “trasformazione sostenibile delle aziende… e dei diversi settori” e che il settore tecnologico, compresi i data center, potrebbe contribuire a renderla possibile. “La partnership con il RISE ci aiuterà ad avere un quadro più ampio della sostenibilità”, ha affermato.

Alcuni progetti nel piano di ricerca di Vertiv e del RISE riguardano il bilanciamento del carico, le valutazioni sull’’intero ciclo di vita dei data center e dei loro componenti e i sistemi di Thermal Management che supportano il recupero del calore e l’economia circolare.

“Come possiamo far funzionare insieme i server e i sistemi di raffreddamento delle strutture e migliorare le prestazioni in termini di consumo energetico?”, ha chiesto Tor. L’obiettivo è il bilanciamento,− per evitare di sovraccaricare i server con i carichi IT o di dover utilizzare un raffreddamento intensivo che potrebbe comprometterne le prestazioni, ha affermato.

Come ha dichiarato Piotr: “[Il progetto RISE] considera in ultima analisi la parte IT dell’equazione… Solo comprendendo queste due parti dell’equazione, l’infrastruttura di raffreddamento meccanica e la parte IT, potremo individuare il punto giusto per aumentare la sostenibilità e le prestazioni dei data center”.

Attualmente, la maggior parte dell’energia dei data center si trasforma in calore che non viene riutilizzato. Il progetto RISE sta esplorando nuovi modi per sfruttare il calore in eccesso, anche utilizzandolo per allevare larve destinate alla zootecnia, per l’agricoltura, per l’essiccazione delle biomasse o per il teleriscaldamento. Un recente studio di fattibilità di RISE mira a raggiungere una temperatura dell'acqua di alimentazione (SWT) di 90-95°C per il "teleriscaldamento" (utilizzando il calore prodotto da varie fonti energetiche e convogliandolo per riscaldare le comunità locali).

“Anziché raffreddare i data center, vogliamo estrarre il calore che producono”, ha affermato Tor. “Stiamo creando serre e sistemi di agricoltura verticale per riutilizzare il calore e stiamo analizzando i dati provenienti da data center di medie dimensioni”. I data center possono potenzialmente diventare grandi produttori di calore per le comunità locali, ha aggiunto. È una soluzione particolarmente interessante, considerando l’aumento dei costi del gas che riscontriamo sul mercato.

Altre opportunità di miglioramento delle prestazioni ambientali dei data center riguardano la maggiore efficienza energetica dei componenti hardware e software, ha affermato Tor. Con l’aumento della domanda di potenza di calcolo da parte dell’AI e di altre nuove tecnologie nei data center, il ricorso all’’energia pulita, compresa quella delle celle a combustibile alimentate a idrogeno, contribuirà a limitare le emissioni di carbonio. Un altro contributo arriverà dalla costruzione di data center prefabbricati in modo sostenibile dal punto di vista ambientale, ha aggiunto.

La collaborazione con RISE è la più recente iniziativa ambientale, sociale e di governance (ESG) a cui Vertiv ha partecipato. Vertiv aderisce alla Sustainable Digital Infrastructure Alliance (SDIA) e alla European Data Centre Association (EUDCA), e contribuisce al Climate Neutral Data Centre Pact con la finalità di raggiungere l’obiettivo della Commissione europea per i data center a impatto zero entro il 2030. Vertiv e il RISE fanno parte anche dell’E2P2 Tech Consortium, leader nello sviluppo di celle a combustibile a basse emissioni di carbonio per i data center.

Al centro di tutti questi progetti c’è la ricerca di progressi tecnologici, nuove idee e innovazione che abbiano un impatto concreto sul cambiamento climatico. La tecnologia non garantisce energia pulita e minori emissioni di carbonio, quindi sono necessarie nuove norme nazionali, di settore, di coordinamento e ambientali. La tecnologia può però rendere più sostenibile gran parte dell’infrastruttura.

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